Prima di parlare di sterilizzazione è necessario fare un cenno alla fisiologia riproduttiva del gatto e della gatta.
La gatta è definito un animale poliestrale stagionale. Raggiunge la pubertà in media fra i 5 e i 9 mesi di vita, benché l’estro possa comparire in età compresa fra 3,5 e 18 mesi. Oltre all’età, i fattori che condizionano la comparsa della pubertà comprendono razza, momento dell’anno o fotoperiodo, ambiente in cui vive, stato di salute, condizione fisica, alimentazione.
Le gatte che vivono all'aperto iniziano i cicli estrali a partire da fine gennaio e da febbraio, quando le giornate si allungano, fino a settembre-ottobre. Pertanto, i gattini che sono nati nel corso della primavera precedente e nei mesi estivi, spesso raggiungono la pubertà negli stessi periodi nonostante la differenza di età, purché peso corporeo e condizioni generali siano adeguate.
Elementi quali convivenza di gruppo o introduzione di un maschio o di una gatta in estro forniscono stimoli sociali che accelerano la comparsa del calore.
Nel corso della stagione riproduttiva, le gatte manifestano comportamenti estrali in media ogni due settimane.
Se non avviene l'accoppiamento, la gatta non ovula e quindi dopo un breve periodo di interestro ricomincia il calore.
Se si accoppia, inizia la gravidanza.
Il picco dell’attività riproduttiva è compreso fra 1 anno e mezzo e 8 anni di vita, con una media di due o tre cucciolate all’anno, ognuna composta da tre o quattro gattini (in media da 1 a 10 gattini per nidiata). Nel corso di una vita riproduttiva di circa 10 anni, una gatta a cui venga consentito di accoppiarsi liberamente è in grado di allevare da 50 a 150 gattini.
Dopo un periodo normale di allattamento e svezzamento, l’estro ricompare nell’arco di 2 - 8 settimane (in media 4 settimane). In molte gatte, l’allattamento non induce la soppressione dell’estro e si osserva la ricomparsa del ciclo riproduttivo fertile fra la seconda e la quinta settimana di lattazione.
Nella tabella sono riassunte le fasi del ciclo estrale della gatta
Per il gatto maschio è tutto molto più semplice: la maturità sessuale compare in media tra 8 e 12 mesi, con estremi di 5-18 mesi. Anche qui, l'ambiente in cui vive il gatto, la razza, le condizioni fisiche e la presenza o meno di gatte in calore può influenzare il periodo di sviluppo sessuale. Una volta raggiunta la pubertà il maschio rimane disponibile in ogni periodo dell'anno, benché si assista ad una diminuzione delle manifestazioni sessuali durante i periodi di inattività delle femmine (autunno-inverno).
Le manifestazioni estrali del gatto maschio comprendono vocalizzi, aumento dell'aggressività, tendenza alla fuga o al vagabondaggio (se libero) con diminuzione dell'attenzione, marcature urinarie particolarmente odorose su muri e oggetti verticali.
Questa doverosa premessa chiarisce perché la gonadectomia sia fortemente consigliata per tutti quei gatti, maschi e femmine, che non debbano riprodursi. I vantaggi per la femmina sono essenzialmente prevenzione di gravidanze indesiderate, prevenzione di patologie dell'apparato riproduttore (piometra, tumori ovarici e uterini) e ginecologiche/ostetriche (distocie, prolassi uterini), diminuzione dello stress (ricordiamoci che i continui calori sono una fortissima fonte di stress per la gatta).
Per quanto riguarda i maschi liberi, la tendenza ad allontanarsi alla ricerca di femmine disponibili e l'aumentata aggressività li espone ad incidenti frequenti e a malattie (ascessi da morso e graffi, immunodeficienza felina): l'orchiectomia previene gran parte di questi problemi.
Per tutti i gatti maschi che vivono in casa o in ambienti protetti, di sicuro l'opzione dell'orchiectomia è raccomandata per ridurre lo stress dovuto all'impossibilità di soddisfare un bisogno etologico primario (l'accoppiamento).
L'intervento di gonadectomia è differente tra maschi e femmine. Entrambi vanno eseguiti in anestesia generale e con una robusta copertura antidolorifica. Nel maschio l'asportazione dei testicoli si fa incidendo lo scroto (quel sacchettino presente sotto l'ano). La posizione anatomica fa sì che sia un intervento più rapido e meno invasivo rispetto a quello della femmina.
Le ovaie della gatta sono situate all'interno dell'addome. L'intervento di ovariectomia pertanto dovrà prevedere l'incisione della parete addominale e l'utilizzo di suture sia per i vasi ovarici che per i piani di incisione. Questo determinerà un periodo di “convalescenza” un po' più lungo ed eventualmente la rimozione della sutura cutanea dopo un tempo di circa dieci giorni. Il veterinario curante sarà lieto di rispondere ad eventuali domande sulle tecniche operatorie oggi in uso (laparotomia, laparoscopia).
Gli effetti indesiderati della sterilizzazione, sia maschile che femminile, partendo dal presupposto che l'intervento sia stato eseguito correttamente e senza stress per il gatto che quindi non uscirà traumatizzato dall'esperienza, sono molto pochi. Escludendo quelli prettamente chirurgici (reazioni avverse ai farmaci impiegati per anestesia e profilassi antibiotica, deiscenza (riapertura) della sutura ecc), l'effetto indesiderato più comune è la tendenza all'obesità. Starà al proprietario preoccuparsi di tenere sotto controllo il peso del proprio gatto riducendo l'intake calorico e stimolandolo al gioco.
Ricordo che l'obesità è a sua volta concausa di diverse patologie (diabete, cistite), erroneamente attribuite alla gonadectomia.
Dott.ssa Veronica Degli Amori
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